Diritto privato

Le liberalità

La donazione

Il contratto di donazione

La donazione è un contratto (art. 769 del Codice civile). Per il suo perfezionamento richiede il consenso, ossia l’incontro della volontà di due parti. Quindi, oltre alla volontà del donante di arricchire l’altra parte, il donatario dovrà manifestare la volontà di accettare. Solo in via eccezionale tale accettazione non è necessaria: si tratta dell’ipotesi della donazione obnuziale.

L’art. 769 del Codice civile precisa che, con la donazione, una parte arricchisce l’altra, per mero spirito di liberalità, disponendo a favore di questa  un suo diritto o assumendo verso il donatario un’obbligazione.

Lo spirito di liberalità (animus donandi) costituisce la causa del contratto. 

Rientra nello schema della donazione anche la cd. donazione rimuneratoria (art. 770 del Codice civile), ossi la liberalità fatta per riconoscenza o in considerazione dei meriti del donatario o per speciale remunerazione.

La donazione remuneratoria riceve un trattamento differenziato rispetto alla donazione ordinaria, in quanto è irrevocabile., non obbliga a prestare gli alimenti al donante, ma comporta a carico del donante la garanzia per evizione, sia pure nei limiti di cui all’art. 797, n. 3, del Codice civile.

Mentre la donazione remuneratoria è pur sempre donazione, non va qualificata tale la liberalità che si suole fare in occasione di servizi resi, purchè la donazione non ecceda i limiti di una normale proporzionalità. Così come non costituiscono donazioni le elargizioni fatte in conformità agli usi (come regali a parenti e amici in occasione di feste o ricorrenze).

L’arricchimento può realizzarsi o disponendo a favore di un altro di un diritto o assumendo un’obbligazione, purchè non si tratti di un facere.

Rispetto alla donazione è inammissibile la figura del contratto preliminare. Infatti la donazione deve essere spontanea. Non è quindi concepibile un contratto diretto a creare l’obbligo di concludere una donazione. Quindi la promessa di donazione è nulla.